“Il teatro che amo è quello in cui il testo nasce sempre da un viaggio fisico. Un viaggio in cui si è coinvolti totalmente e fisicamente. Un viaggio dove non ci sono alberghi a cinque stelle e dove anzi è indispensabile vivere con e come le persone di cui si parlerà. Come li si potrebbe conoscere diversamente? Come si potrebbe rispettare il loro sudore? La mia è una scelta etica che prevede un approccio empatico. Sento forte la necessità di lasciar parlare quelli che, per la maggior parte di noi, non esistono. Quelli che la vita la trascorrono nel silenzio. Quelli che non hanno più né voce né lacrime.”
PINO PETRUZZELLI